Vite da ariani: il momento in cui cambia tutto per le famiglie ebraiche.

RASSEGNA "Tra Storia e Memoria"

29 ottobre, 18.30

VITE DA ARIANI

di Guido Dalla Volta

Prefazione di Liliana Segre

Enrico Damiani Editore

 

con l’autore intervengono:

Floriana Maris, Presidente Fondazione Memoria della Deportazione

Gadi Schönheit, Associazione Figli della Shoah

Giovanni Sciola, Direttore Fondazione Luigi Micheletti

Modera: Marco Vigevani, Presidente Comitato Eventi Memoriale della Shoah

 

Il Memoriale della Shoah di Milano ospita la presentazione del libro Vite da ariani di Guido Dalla Volta, con prefazione di Liliana Segre edito da Enrico Damiani Editore, martedì 29 ottobre alle ore 18.30 (Piazza Edmond Jacob Safra, 1)

Con l’autore Guido Dalla Volta dialogano Floriana Maris, Presidente Fondazione Memoria della Deportazione, Gadi Schönheit dell’Associazione Figli della Shoah e Giovanni Sciola, Direttore della Fondazione Luigi Micheletti. Modera l’incontro Marco Vigevani, Presidente del Comitato Eventi Memoriale della Shoah.

Prenotazione consigliata scrivendo alla mail eventi@memorialeshoah.it.

 

1936. Guido Dalla Volta vive a Brescia con la moglie Emma e i due figli, Alberto e Paolo. È un uomo onesto e rispettato, perfettamente integrato nel suo contesto sociale, che fonda la sua esistenza sui valori della tradizione: lavoro, famiglia, patria. C’è solo un dettaglio, fino a quel momento ininfluente: i Dalla Volta hanno origini ebraiche. Mentre Emma presagisce il pericolo, Guido non vuole credere al peggio, finché le leggi razziali non gli aprono sotto i piedi una voragine kafkiana che lo inghiotte insieme al figlio maggiore.

1962. Mentre Emma attende ancora il ritorno del marito e del primogenito, il nipotino, che porta lo stesso nome del nonno, fa domande che restano senza risposta. E suo padre Paolo, uomo severo e irrigidito dal dolore, deve decidere come raccontargli una verità complicata e negata, così lontana dalla vita serena e brillante che sta costruendo per lui. Sullo sfondo di questo immenso non detto, si staglia una lettera in cui Alberto è ricordato come «il più forte, il più risoluto, il più degno di sopravvivere». A firmarla è un suo compagno di prigionia ad Auschwitz, uno scrittore torinese di nome Primo Levi, che all’amico dedicherà passaggi salienti dei suoi capolavori.

Le grandi tragedie hanno un inizio e una fine, ma ci sono un prima e un dopo che non smettono di parlarsi, nel silenzio. Rimbalzando tra questi due tempi – in mezzo ai quali si spalanca l’indicibile – l’autore racconta la “vita da ariani” della sua famiglia, il tentativo, vano, di sfuggire alle persecuzioni e, finita la guerra, quello di evitare le sofferenze del ricordo nella paura che l’orrore possa ripetersi. Fino all’epilogo quando, rompendo una barriera con il coraggio della parola, il passato e il presente si fondono in una nuova dimensione, quella della memoria.

Entrata libera fino ad esaurimento posti, si consiglia di prenotare scrivendo a eventi@memorialeshoah.it

GIORNI E ORARI D’APERURA

Da lunedì a domenica


10.00 - 16.00

Chiuso il venerdì



Sabato e domenica prenotazione molto consigliata, soprattutto per poter assicurarsi di partecipare a una visita guidata