Mettiamo da parte il pianto, cerchiamo i motivi che, nonostante tutto, resero umano l’orrore.
Vi ebbe parte l’aria del tempo. L’acredine, il rancore, lo spirito di rivalsa che vogliono uno sfogo, un bersaglio da abbattere per placare il morso del risentimento, l’insicurezza, l’umiliazione, la penuria.
La follia di un uomo che riuscì a impadronirsi di un popolo contagiandolo con le sue spaventose psicosi.
Lo spirito di obbedienza che trova soddisfacimento nell’osservanza illimitata della legge, nell’assenza di dubbi, nell’acconsentire ad un ordine; basta questo, non è necessario che quell’ordine si dica di provenienza divina. Era già accaduto per la caccia alle streghe, il massacro degli eretici il Dio del Jihad e del terrore. Accadrà ancora: ogni volta che la legge si pretende assoluta ed esige obbedienza nella stessa misura, si riaffaccia il rischio dell’assoluta ingiustizia.
Queste alcune delle componenti storiche che favorirono il compimento della tragedia insieme all’eterno spirito di Caino, quel legno irrimediabilmente storto nel quale, secondo l’intuizione del filosofo, la natura umana è tagliata.
Ultimo evento nell’ambito della Rassegna “Premesso che non sono razzista”
