La città ucraina di Mariupol è stata recentemente definita da Josep Borrell (l’alto rappresentante dell’Unione Europea per gli affari esteri) “l’Aleppo europea”. In cento giorni la città è stata resa al suolo, con migliaia di civili uccisi. E tra i civili uccisi c’è stato anche il giovane regista del documentario Mariupolis, che nel 2016 aveva voluto raccontare al mondo le ricchezze della città. Un ritratto di rara bellezza che racconta in maniera poetica com’era la città ucraina prima dell’invasione della Russia, quando ancora era una città fiorente che doveva la sua ricchezza alle acciaierie e alle miniere di carbone, oggi ormai totalmente distrutte.
La vera storia del giovane giornalista gallese Gareth Johnes, corrispondente dall’Unione Sovietica all’epoca di Stalin. Venuto a conoscenza delle voci di una carestia in Ucraina, tenuta nascosta dalla censura, riesce ad eludere la sorveglianza delle autorità sovietiche e a viaggiare clandestinamente attraverso l’Ucraina, dove è testimone del massacro per fame (Holodomor) cui il mondo è all’oscuro. Tornato a Londra, Jones pubblica nel 1933un articolo sugli orrori di cui è stato testimone, ma si scontra con la propaganda sovietica nel Regno Unito e negli Stati Uniti, sostenuta dal celebre giornalista americano Walter Duranthy.