Torna al Memoriale l’esposizione di documenti del censimento degli ebrei del 1938, a cura della Cittadella degli Archivi – in particolare da Francesco Martelli e Alessandro Mignone, su iniziativa di Gaia Romani, Assessora al al decentramento, quartieri e partecipazione, Servizi civici generali.
Ritrovato fortunosamente alcuni anni fa in un sotterraneo dell’Anagrafe del comune di Milano, il cosiddetto “Fondo Israeliti” rappresenta oggi una preziosissima quanto completa testimonianza di quello che può essere considerato il primo atto di discriminazione nei confronti dei cittadini ebrei – italiani e stranieri – residenti a Milano. Un censimento voluto dal regime fascista per avere una reale consistenza numerica della presenza ebraica in Italia. La rilevazione ebbe luogo a partire dal 22 agosto 1938 dopo le disposizioni inviate a tutti i prefetti del Regno dal sottosegretario di Stato Buffarini Guidi. La raccolta dei dati fu organizzata dai prefetti coi singoli comuni, e pochi mesi dopo, con il RdL 17 novembre 1938 n 1728 contenente i “Provvedimenti per la difesa della razza italiana”, Mussolini diede ufficialmente inizio alla persecuzione generalizzata degli ebrei in Italia.
Il fondo archivistico, conservato presso la Cittadella degli Archivi del comune di Milano, copre un arco temporale che va dal 1938 al 1943 ed è composto da 58 registri e 125 buste, all’interno delle quali si trovano oltre 4.000 schede di famiglia, per oltre 11.000 persone censite.
Le carte, che trovano simbolicamente collocazione temporanea al Memoriale della Shoah, sono state oggetto di un lungo e accurato lavoro di riordino, ricondizionamento e inventariazione ad opera di Cittadella degli Archivi, Università degli Studi di Milano e CDEC, che ha permesso di portare all’attenzione del grande pubblico il funzionamento della macchina persecutoria messa in moto dal regime fascista a livello sia centrale che periferico e le conseguenze che quella macchina produsse sulla vita di migliaia di persone.
Particolarmente significativa l’esposizione del registro di famiglia relativo alla famiglia Segre, e, per la prima volta, la presenza di documenti che mostrano il licenziamento per motivi razziali di due dipendenti ebrei dei comune.
In mostra fino al 6 gennaio 2025.