Chi ha fatto parla poco: chi parla ha fatto poco – come mio padre raccontò la Liberazione

25 aprile 1945 - 25 aprile 2021

In occasione della Festa della Liberazione leggeremo dei brani tratti dal “Taccuino rosso” di Alberto Vigevani. Per sapere tutti i dettagli potete leggere qua. Questo il ricordo del figlio, Marco Vigevani, che dà così il via a questa commovente iniziativa.

 

Il 28 aprile del 1945 mio padre, allora ventisettenne, rientra  in Italia attraverso il  valico di Ponte Tresa dalla Svizzera, dove aveva vissuto per 18 mesi come rifugiato  per sottrarre se stesso, mia madre e mio fratello  alle persecuzioni razziali.  Due giorni prima gli erano giunte a Lugano  le  notizie dell’insurrezione di Milano del 25 e aveva subito deciso di recarsi nella sua città per raccontare ai lettori del giornale socialista “Avanti!” la liberazione dai nazifascisti e l’arrivo degli Alleati. Gli ci vollero due giorni per ottenere le carte necessarie e per potere rimettere piede in Italia insieme ad alcuni compagni. Negli articoli pubblicati  sotto il  titolo di “Taccuino Rosso” racconta i primi dieci giorni  di Milano liberata: i tedeschi si sono ritirati,  gli Alleati avanzano  dal Po  ma non sono ancora entrati in città, gruppi di fascisti resistono con i loro cecchini, Mussolini e i gerarchi sono stati appesi lo stesso giorno  28 al distributore di benzina di Piazzale Loreto. Ma al di là dei fatti storici, questi articoli scritti a caldo trasmettono in maniera viva le emozioni di quei momenti: le bandiere rosse che sembrano invadere la città diroccata dai bombardamenti, le canzoni (“L’Internazionale”, “Bandiera Rossa”)  per cui  fino a pochi  giorni prima si rischiava la vita cantate ora a squarciagola, i racconti dei partigiani che avevano passato anche due duri inverni in montagna, gli americani e gli inglesi che insieme ai milanesi rimettono in piedi la città sfinita da due anni di durissima occupazione . Circola in queste pagine un grande respiro di sollievo collettivo, una speranza che oggi magari ci appare ingenua che tutto sarebbe cambiato per il meglio: se oggi alcune espressioni – patria, sacrificio, i figli migliori- vi sembrano retoriche, immaginatele di averle pronunciate anche voi allora, dopo essere scampati per un soffio ai lager nazisti, avere perso degli amici cari nella lotta partigiana, ritrovare  la casa distrutta dai  bombardamenti e dovere ricominciare tutto da zero. Eppure già in quei giorni mio padre, che non aveva fatto la Resistenza armata ma era rimasto per dire così nelle retrovie dell’antifascismo militante, non può non accorgersi e non raccontare ai lettori, a dispetto del  suo giovanile entusiasmo e delle sue fervide speranze in una nuova Italia, che già si moltiplicano i partigiani dell’ultimo minuto, i voltagabbana già saltati agilmente sul carro dei vincitori. E scrive questa frase lapidaria, quasi una sentenza “Chi ha fatto parla poco: chi parla ha fatto poco“. Come dire: l’Italia è rinata dalle macerie, ma anche la vecchia Italia non è mai  morta.

 

Marco Vigevani, Presidente del Comitato Eventi della Fondazione Memoriale della Shoah di Milano ONLUS

Entrata libera fino ad esaurimento posti, si consiglia di prenotare scrivendo a eventi@memorialeshoah.it

GIORNI E ORARI D’APERURA

Da lunedì a domenica


10.00 - 16.00

Chiuso il venerdì



Sabato e domenica prenotazione molto consigliata, soprattutto per poter assicurarsi di partecipare a una visita guidata