Il 25 giugno 1946 si insediò l’Assemblea Costituente, composta da 556 membri, 21 dei quali donne: nove comuniste, nove democristiane, due socialiste, una del Fronte dell’Uomo Qualunque. Un’avanguardia esigua, il 3,7 per cento, ma fondamentale nella stesura della Carta: cinque di loro furono designate nella Commissione dei 75 (Maria Agamben Federici, Angela Gotelli, Nilde Iotti, Lina Merlin, Teresa Noce).
La loro presenza, come espressione della componente femminile del popolo sovrano, era una novità assoluta, in quell’anno di novità e di svolta epocale in cui le italiane andarono per la prima volta alle urne per elezioni storiche (dopo il turno delle amministrative a marzo). Le ventuno elette erano differenti per generazione, estrazione sociale, formazione, professione, ideologia. Quattordici erano laureate, geograficamente rappresentavano l’intera penisola. Contribuirono a rendere più democratica la costituzione della nuova Italia. «Senza le loro battaglie, diversi articoli della Costituzione, compresi i principi fondamentali, non sarebbero gli stessi», afferma l’autrice del libro Eliana Di Caro, giornalista del supplemento Domenica del Sole 24 Ore, autrice del libro “Le madri della Costituzione”.
Ne parliamo martedì 15 giugno, 18.00, in diretta sulla nostra pagina Facebook, con l’autrice e Marilisa D’Amico, Avvocatessa, Professore Ordinario di Diritto costituzionale e Giustizia costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Milano, e Prorettore con delega alla Legalità, Trasparenza e Parità di Diritti presso l’Ateneo. Introduce Marco Vigevani.
